Theater im Club – Le Scarpe dei Caporali – In collaborazione con il Colletivo Mamadou
Cari soci per giovedi 1 febbraio (ore 20) vi annunciamo con grande piacere il primo appuntamento dell’nuovo anno con „teatro al club“. In collaborazione con il Colletivo Mamadou presentiamo „Le Scarpe dei Caporali“. Questo spettacolo teatrale ha come obiettivo l’avvio e il sostegno di iniziative di sensibilizzazione e azione concrete per il superamento delle condizioni di vita dei braccianti agricoli del Sud Italia all’interno dei ghetti di Rosarno, Boreano, Rignano e Cassibile. Un monologo di viaggio, di denuncia, di vita! Caporali, ghetti e braccianti sfruttati. Un piatto di spaghetti e un pizzico di criminalità.
„La parola è l’unica arma in grado di difendere i propri diritti ed affermare i propri bisogni“ Più di 300 mila braccianti agricoli, nel Sud Italia, vivono in „ghetti“ dove le condizioni igienico sanitarie sono pessime, sfruttati
dai caporali e dalla criminalità organizzata, sottopagati, vittime di razzismo, invisibili che oggi rappresentano la schiavitù moderna. Da gennaio a maggio 2016, in un tour de force infernale, abbiamo girato tra Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia visitando le zone più depresse e i ghetti più nascosti, da Rosarno a Boreano, da Rignano a Cassibile. Ma il nostro viaggio non è ancora concluso!
Ogni occasione è buona per tornare nel profondo sud per stare a contatto con i braccianti, farci narrare le loro storie, parlare, discutere e cercare una soluzione credibile per l’uscita dal ghetto. Il colletivo Mamadou ha raccolto tutto questo in un poderoso monologo teatrale „Le scarpe dei caporali“ che ha lo scopo di far riflettere, perché no con un po‘ di umorismo, sulla questione del caporalato e sulle condizioni abitative e lavorative dei braccianti africani, italiani e dell’Est Europa nell’Italia del Sud.
Nel contempo il Collettivo si è impegnato nella realizzazione di corsi di prima alfabetizzazione all’interno del ghetto di Boreano e di Rosarno per dare parola a chi non ne ha. I corsi prevedono la partecipazione di insegnanti e non (il 90% dei braccianti è analfabeta quindi non sono richieste specifiche competenze per l’insegnamento dell’italiano, se non essere di madrelingua italiana) con una forma di volontariato attivo. A fine luglio di quest’anno il Collettivo Mamadou si è spinto ancora oltre realizzando il primo presidio sanitario all’interno della tendopoli di San Ferdinando. Proprio per tutto questo, all’interno della campagna Overtthefortress, promossa dal Progetto Meltingpot Europa, l’intero Collettivo sta attualmente lavorando ad un progetto, Hospital(ity) school, per la costruzione di una struttura polifunzionale (ambulatorio medico, scuola e punto legale) da inserire all’interno del ghetto di Rosarno.
Da un’inchiesta di Matteo De Checchi e Valentina Benvenuti, spettacolo teatrale di Salvatore Cutrì.
Qui trovate il trailer:
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