Arcomai in concert
Venerdi 3 Aprile con inizio alle ore 21 vi presentiamo una nuova band al ost west club est ovest. Il gruppo si chiama Arcomai, ed è manifesto d’integrazione in una terra, la nostra, dove il pluriculturalismo ha radici diverse, affondate nell’intreccio fra mondo tedesco e italiano, ma che oggi fa i conti con i massicci effetti delle ondate migratorie provenienti dall’est Europa e dal sud del mondo. Sempre più lingue e tradizioni da armonizzare.
È così che Arcomai è allo stesso tempo una band e un progetto integrativo.
Nasce nel 2011 su iniziativa di alcuni consiglieri del comitato di quartiere Maia/Mais con l’intenzione di creare una piattaforma di interessi comuni fra persone provenienti da Paesi differenti. Per avvicinarle, e per lanciare un messaggio di apertura. E, si sa, se c’è un linguaggio universale questo è la musica. Il risultato, due anni e tantissime session dopo, è una formazione “ethno-tyrol” di nove elementi. Si ritrovano il martedì sera nei locali del comitato Maia, in via Matteotti.
Dove parte un riff di chitarra elettrica, lo seguono i ritmi del bongo, il suono esotico del flauto andino, poi quello di una tromba e le voci. È una canzone peruviana, la prossima sarà della tradizione greca. Attraverso Arcomai sono passate una ventina di musicisti, ora a suonare sono i senegalesi Momar Mboup (percussioni), Alla Sambe (chitarra e percussioni) e Cher (chitarra e basso), Omar El Afrah (percussioni e liuto arabo) dal Marocco, il peruviano Renato Medina (flauto andino), e Laura Camaglia trombettista italo-greca. Poi ci sono gli “indigeni”, gli insegnanti di musica Andreas Unterholzner (chitarre) e Birgit Pircher (flauto dolce), più Leonardo Roberti (chitarre e mandolino). Suonano con strumenti propri e alcuni acquistati dall’ensemble, mentre gli amplificatori sono stati comprati con l’ausilio della Fondazione Cassa di Risparmio e del Comune. Il risultato è un melting-pot musicale.
Ciascuno porta le “sue” canzoni, gli altri seguono. Nessun leader, regna la democrazia. „Siamo uniti dall’interesse per la musica e per le altre culture – spiega Birgit – e la prossima frontiera, con l’aggiunta di una fisarmonica, è una canzone tirolese che non potrà non subire le caratteristiche di questo gruppo, i differenti approcci musicali, le diverse tradizioni e inclinazioni artistiche“. Ethno-tyrol, appunto.
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